Le medaglie degli atleti E.R. ai Giochi Olimpici

29 Luglio 2021

9 medaglie vinti dagli atleti della Emilia Romagna nelle precedenti edizioni delle gare di atletica dei Giochi Olimpici.

Le gare di atletica delle Olimpiadi di Tokyo stanno per iniziare: ci saranno fra gli azzurri anche 17 atleti che sono nati o tesserati attualmente in Emilia Romagna.
Nella storia dei Giochi Olimpici di atletica, i podi raggiunti dagli atleti della nostra regione nel corso di tanti anni sono stati 9, suddivisi fra 4 ori, 2 argenti, 3 bronzi.
Ripercorriamo con un po' di cronaca queste 9 medaglie vinte, partendo dalle più lontane nel tempo.

1932 Los Angeles: la Nazionale Italiana vince la medaglia di bronzo nella 4x100, con Giuseppe Castelli, Ruggero Meregatti, Gabriele Salviati, Edgardo Toetti. Salviati è un bolognese e gareggia per la Virtus Bologna. Nato nel 1910, inizia a praticare atletica con la Virtus fin da bambino. Nel 1930 corre i 100 metri in 11.0 e 2 anni dopo conquista un posto nella staffetta veloce italiana per le Olimpiadi. Pochi giorni dopo le Olimpiadi, realizza il primato personale con il tempo di 10.7 (Chicago 18 agosto). La staffetta azzurra è terza in 41.2, preceduta dagli Stati Uniti, prima con 40.0 (record mondiale) e Germania con 40.9.

1936 Berlino: Ondina Valla (Virtus Bologna) vince la medaglia d'oro negli 80 hs con il tempo di 11.7. Fu la prima medaglia d'oro femminile per l'Italia e anche per questo è una delle figure storiche dell'atletica femminile italiana. Per la gara di Berlino, riportiamo uno fra i tanti resoconti disponibili nel web (Giorgio Cimbrico, www.fidal.it: "Finale degli 80 ad ostacoli: la più rapida allo sparo è Claudia Testoni, bolognese come Ondina, che reagisce e riporta sotto la tedesca Anni Steuer e la canadese Betty Taylor. La gara divora se stessa in poche battute, in un arrivo selvaggio, segnato da quattro tuffi, il più disperato è quello di Claudia. Il lungo boato dei 100.000, il fremito del principe Umberto, dieci anni dopo Re di Maggio, che immacolato nella sua perfetta eleganza, siede in tribuna, l’attesa. Ventotto minuti perché la camera Kirby, il fotofinish del tempo, detti la classifica e consegni il diritto di avviarsi verso il podio o indichi la porta degli spogliatoi . Valla, Steuer, Taylor: in quest’ordine e tutte con lo stesso tempo, 11”7." Link all'articolo completo.

Ondina Valla, o meglio Trebisonda (suo vero nome) Valla era nata nel 1916 e aveva iniziato con l'atletica, crediamo nel 1929 (Torino 6 ottobre - Campionati Italiani Femminili: 4° posto nell'alto con 1,35) con la società Bologna Sportiva, poi assorbita dalla Virtus. Nella sua carriera atletica ha avuto 16 presenze in nazionale assoluta tra il 1930 e il 1940 e ha vinto 13 titoli nazionali fra alto, lungo, velocità e ostacoli e ottenuto 35 primati nazionali. Nella sua carriera internazionale, oltre al titolo olimpico negli 80 hs ha vinto 4 ori ai Giochi Internazionali Universitari e sempre alle Olimpiadi di Berlino si piazzò al 4° posto nella 4x100 con Lidia Bongiovanni, Fernanda Bullano e Claudia Testoni (altra atleta bolognese). A livello nazionale spiccano anche i suoi primati nazionali di salto in alto: il primo nel 1930, quattordicenne, con 1,43, migliorato dapprima altre 5 volte fino a 1,517, poi superato da Claudia Testoni con 1,54 nel 1936 e nuovamente da lei migliorato con 1,56 (Bologna 5/9/37). Tale primato nazionale resistette ben 18 anni prima di essere migliorato da Paola Paternoster con 1,57 nel 1955.

1936 Berlino: Tullio Gonnelli (Virtus Bologna) vinse la medaglia d'argento nella staffetta 4x100 insieme ai compagni Gianni Caldana, Orazio Mariani e Elio Ragni. La medaglia d'oro fu vinta dagli Stati Uniti (con Jessie Owens) con 39.8, record mondiale, davanti all'Italia con 41.1 e alla Germania con 41.2. Nella sua carriera ci sono anche 2 presenze ai Campionati Europei: 1934 a Torino, con la maglia della Virtus Bologna e 1938 a Parigi con la Baracca Milano). Era nato nel 1912 e nel 1933 conquistò la sua prima maglia azzurra nella Nazionale Assoluta. Dal libro "Il Mito della V Nera 150" riportiamo queste note su Tullio Gonnelli: "Era uno dei 4 moschettieri. Quelli che il 9 agosto 1936 a Berlino avevano conquistato la medaglia d'argento olimpica nella 4x100. Orazio Mariani, Gianni Caldana, Elio Ragni e per ultimo lui, Tullio Gonnelli della Virtus.

Quando entrò in scena, c'era ormai poco da fare nei confronti degli Stati Uniti, che erano partiti nelle prime 2 frazioni con il mito Jesse Owens e con Ralph Metcalfe. Insieme a Foy Draper e Frank Wykoff andarono a stampare il record mondiale in 39.8, prima staffetta a scendere sotto il muro dei 40 secondi. Tullio, volando verso il traguardo, contenne l'assalto di Gerd Hornberger, ultimo alfiere della Germania che finì terza a un decimo di secondo. Tullio era nato a Pieve di Cento il 12 novembre 1912. Fisico possente, 1,84 per 78 kg e una passione vera per la corsa veloce. Nel 1938 fu ancora 4° in staffetta agli Europei e fissò il personale nei 100 metri a 10.5. In bacheca 5 titoli italiani fra 100 e 200, tra il 1935 e il 1940. Poi la guerra e 3 anni di naja che annegarono tutti i sogni di gloria. Nel 1954 Gonnelli si trasferì negli Stati Uniti, vivendo il resto della sua esistenza da americano vero. Se ne è andato nel 2005, ultimo dei 4 moschettieri, proprio come quel giorno a Berlino."

1936: Berlino: Giorgio Oberweger (Virtus Bologna) vinse la medaglia di bronzo nel lancio del disco con 49,23. Il titolo olimpico fu vinto dallo statunitense Ken Carpenter con 50,48 e l'argento dal connazionale Gordon Dunn con 49,36. Nato nel 1913 a Trieste, si aggregò alla Virtus Bologna, in quanto frequentava l'Università a Bologna. Ha avuto una carriera atletica di rilievo, dapprima come atleta dove vinse anche la medaglia d'argento ai Campionati Europei di Parigi nel 1938, poi come dirigente, in quanto è stato negli anni '60 per vari anni il C.T. della Nazionale Italiana di atletica. 

1952: Helsinki: Giuseppe Dordoni (Virtus Bologna) vince il titolo olimpico della 50 km di marcia. Nato nel 1926 a Piacenza, ha avuto una carriera atletica prestigiosa, prendendo parte a 4 edizioni dei Giochi Olimpici (1948 Londra, 1952 Helsinki, 1956 Melbourne, 1960 Roma). Nella sua carriera di atleta ha disputato circa 600 gare, vincendone ben 502, con 18 presenze in nazionale. Terminata la carriera è stato per oltre un quarto di secolo responsabile della nazionale italiana di marcia. Nella gara di Helsinki vinse con il tempo di 4.28.08, precedendo il cecoslovacco Josef Dolezal, argento con 4.30.18 e l'ungherese Antal Roka, bronzo con 4.31.28. 

1984 Los Angeles: Sara Simeoni, forse la più grande atleta italiana di ogni tempo, nella stagione 1984 si tessera per la Francesco Francia. Desidera una società "tranquilla", quasi familiare e un ambiente che non metta pressione e il risultato è una splendida medaglia d'argento olimpica. La gara di alto a Los Angeles è vinta dalla tedesca Meyfarth con 2,02, Sara è seconda con 2,00. E' la sua terza medaglia olimpica, dopo l'argento a Montreal 1976 e l'oro a Mosca 1980. Risultati.

1992 Barcellona: Giovanni De Benedictis (Carabinieri Bologna) si piazza al 3° posto nella gara di marcia 20 km. Lo precedono lo spagnolo Plaza con 1.21.35 e il canadese Le Blanc con 1.22.25; per De Benedictis 1.23.11. Nel corso della sua carriera Giovanni De Benedictis disputerà 5 edizioni dei Giochi Olimpici: 9° posto a Seoul 1988, 3° a Barcellona 1992, 27° ad Atlanta 1996, 16° a Sydney 2000 e uscito per squalifica ad Atene 2004.

2004 Atene: Stefano Baldini (Corradini Rubiera) vince il titolo olimpico nella maratona. Riportiamo l'articolo scritto da Alberto Montanari nel nostro sito.
"E' incredibile, è incredibile ciò che abbiamo visto stasera, siamo stati testimoni di una fantastica leggenda! Stefano Baldini è campione olimpico di maratona, Stefano Baldini ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi. Stefano è un ragazzo dei nostri, è nato nella nostra regione, si è allenato sulle nostre strade, ha sempre corso per una nostra società. E oggi questo nostro atleta, che abbiamo visto crescere e macinare chilometri, lo abbiamo visto tagliare il traguardo da vincitore alle olimpiadi. Ma quando mai ci accadrà ancora? L'urlo che ci è uscito dal petto è stato inferiore solo al suo, quando ha sentito quella fascia azzurra cingergli la vita.

E nel suo urlo liberatorio abbiamo visto tutta la sua grinta, la carica e anche un poco di rabbia accumulate durante una lunghissima e fortunata carriera, che tuttavia è stata anche costellata di momenti difficili. Momenti che lui ha sempre saputo superare con tenacia esemplare.
E' stata una gara entusiasmante, combattuta sul filo di un intelligenza tattica notevole, quella bravura e accortezza che ha sempre contraddistinto Stefano. Sapevamo che stava bene, che era partito in piena forma, ma non osavamo sperare. E invece, chilometro dopo chilometro, lo abbiamo visto sempre più convincente, anche quando ha preferito non rispondere all'attacco del brasiliano Lima. Stefano ha corso prima con gli occhiali abbassati, per poi alzarli sulla fronte; abbiamo sempre avuto l'impressione di vederlo tranquillo. Nella prima parte della gara abbiamo avuto l’impressione che lo fosse troppo, ma in realtà è stato solo accorto. E poi, negli ultimi 10 chilometri, quell'allungo che gli ha permesso di regolare il primatista del mondo Paul Tergat, gradualmente, senza strappi ma con cadenza inesorabile. Stefano si è sempre mantenuto freddissimo, tanto da perdere qualche decimo per bere anche al 40 chilometro. Quando lo abbiamo visto afferrare quella bottiglia abbiamo definitivamente capito che stava bene! E’ stato inevitabile chiedersi cosa stava sentendo in quel momento ed era bellissimo pensare che potremo fra pochi giorni chiederglielo.
L'ultimo giro, per noi che eravamo seduti davanti al televisore, è stato un apoteosi. Non ci sembrava vero, e forse, chissà, non sembrava vero neppure a lui. E poi il traguardo: Stefano ha vinto, è incredibile che possa accadere un evento così bello. Era il suo sorriso che si è aperto a pochi metri dall’arrivo, quel sorriso che abbiamo visto tante volte. Era il suo quel pugno chiuso alzato verso l’alto, mentre le gambe ancora correvano a ritmi da maratona olimpica. Quel pugno che è una rivalsa fortemente voluta contro tutti gli infortuni, le incertezze piccole e grandi che caratterizzano la vita di tutti gli atleti. Non si può dire che la sorte sia stata benevola con Stefano Baldini, chi lo conosce sa cosa ha saputo superare.
Il trionfo di Stefano è anche quello di chi in lui ha creduto e su di lui ha saputo scommettere. E’ il trionfo del suo tecnico, Luciano Gigliotti, ma è soprattutto il trionfo della sua società, in particolare dei fratelli Marco ed Emilio Benati, che a Stefano, non è retorica dirlo, hanno voluto tanto bene.
I tempi, in questo articolo che sto scrivendo a caldo, hanno poca importanza. Seguiranno altri servizi tecnici, che ci faranno capire come Stefano ha gestito la gara, in quale sezione di gara è stato più veloce. Ma cosa importa? Noi aspettiamo di vederlo a Rubiera, per vedere dal vivo un campione olimpico, per coltivare la speranza opportunista di toccare quella medaglia d'oro.
Grazie Stefano, grazie per esserti allenato anche per noi, per aver consegnato all'Emilia Romagna questa soddisfazione indescrivibile. Grazie per aver dimostrato che l'atletica è anche e soprattutto passione, è capacità di stringere i denti. Grazie per averci dimostrato che le favole e leggende esistono !"

2008 Pechino: Alex Schwazer (Carabinieri Bologna) vince la medaglia d'oro nella marcia 50 alle Olimpiadi di Pechino con il tempo di 3.37.09. Era il grande favorito e il carabiniere rispetta il pronostico. La sua carriera, come è noto, sarà marchiata dal doping prima di Londra 2012 e dai successivi tentativi di rientro alle competizioni che hanno innescato polemiche non ancora sopite.
L'articolo di fidalemiliaromagna del 22/8/08 Risultati

Giorgio Rizzoli

Bibliografia:

Annuari FIDAL

Bologna Olimpica - Minerva Editore - autore Olga Cicognani

1925-1928 Nella città d'oro - Inizia l'epopea dell'affascinante romanzo azzurro - edizioni ASAI Archvio Storico dell'Atletica Italiana Bruno Bonomelli

1929-1932 Luigi Beccali, la goliardia e il mito dell'uomo integrale - Storia dei Campionati Italiani di Atletica Leggera - edizioni ASAI Archvio Storico dell'Atletica Italiana Bruno Bonomelli

Il mito della V Nera 150

www.fidal.it

it.wilkipedia.org

www.sport-reference.com

www.virtusatletica.it

emiliaromagna.fidal.it

Giorgio Rizzoli

 



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